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Le differenze della singolarità. Il divino e l'umano fra Jacques Derrida e Jean-Luc Marion (0)

Domenico Cambria

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Filosofia occidentale: dal 1800 in poi

Editore: Mimesis

Anno: 2015

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 194 Pagine

Isbn 13: 9788857530536

Quale spazio si dischiude per il pensiero speculativo con la decostruzione? Quali forme esso potrà assumere per dire la singolarità del soggetto? La risposta a queste domande sollecita il confronto con le opere di Jacques Derrida, Martin Heidegger, Jean-Luc Marion, a partire dai problemi che la metafisica suscita. Chiedersi se essa sia superata o, viceversa, permanga come ineludibile istanza critica comporta di ragionare sulle categorie e i legami che strutturano ogni definizione dell'umano. Decostruire la metafisica è scoprire differenze e mostrare le forme che esse tracciano. Lo spazio che si dischiude permette di parlare dell'uomo, evitando sia le derive soggettivistiche, sia l'assorbimento nel divino. Evitata la reciproca appropriazione, si scoprono tratti singolari che chiamano in causa la libera decisione affinché l'uomo sia. Riprendere gli interrogativi dell'eredità della fenomenologia francese significa proseguire sui margini del pensiero. Leggere è scrivere, ovvero pensare, secondo possibilità di vivere, perché si riconosce ogni domanda come personale. Il soggetto apprende che il proprio limite non si supera né si trascende, ma diviene soglia minima per volgersi al reale.

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