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Eleanor Oliphant sta benissimo (0)

Gail Honeyman

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Narrativa moderna e contemporanea: generale e letteraria Tema narrativo: vita interiore

Editore: Garzanti

Anno: 2022

Lingua: Italiano

Rilegatura: Brossura

Pagine: 352 Pagine

Isbn 13: 9788811007715

Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo.Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E all'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie paure, non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene. Anzi: benissimo.

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Recensioni

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Eles

All'inizio l'ho trovato un po' lento, poi però non riuscivo più a staccarmi! Riesce a tenerti con il fiato sospeso e a farti apprezzare le piccole cose, anche banali, che ti circondano. Pur raccontando una storia oggettivamente tragica, ogni pagina è intrisa di speranza e dolcezza. Ho amato follemente questo libro. Ormai rientra ufficialmente tra i miei preferiti!

rapsodiaboema

Un libro che tocca tematiche importanti ma con la scorrevolezza che solo i romanzi sanno avere. Una protagonista che ho trovato un delizioso incrocio tra Bridget Jones e Amelie Poulin.

_PAPAIA_

Eleanor è un cactus ma le spine sono un meccanismo evolutivo di protezione ed anche lei deve difendersi dai suoi predatori che siano essi ricordi o emozioni. Non bisogna fermarsi alle spine perché, seppur una pianta sia resistente, ha bisogno d'acqua ed ogni cactus ha bisogno del suo Raymond: pronto a lasciare un bicchiere sul tuo comodino ondevitare che tu debba alzarti di notte per andare a bere, che ti accompagni a un concerto non per la musica ma per la compagnia e che senta l'esigenza di guardarti attraverso per assicurarsi che tu stia bene dentro aldilà del trucco e del vestito. La verità è che Eleanor sta benissimo perché Raymond è coraggiosissimo!

libriethe

Ho amato Eleanor, il suo modo di essere e il suo modo di relazionarsi. Ho pianto, riso e mi sono emozionata grazie a lei. Libro che si legge tutto d'un fiato e che, una volta finito, senti già di volerlo ricominciare.

eleonorazugno

Uno di quei libri che ti fanno sentire meno solo al solo pensarli. Una buona compagnia per via della lettura molto scorrevole. Facile - e a volte doloroso - immedesimarsi nella protagonista: un libro che per questo ha il potere di farti versare qualche lacrima, compensata però da qualche grassa risata. Consigliato a chi vuole vivere un ampio spettro di emozioni con la giusta leggerezza

Lilliput

Un dramma raccontato da un punto di vista insolito: bello!

Utente eliminato

Eleanor ti entra nel cuore sin dalle prime pagine, in modo del tutto naturale e inconsapevole... E' oggettivamente una ragazza un po' strana, nell'accezione più tenera del termine... a volte mi è apparsa anche un po' incoerente e noiosa, con tutte quelle sue "fisime" esagerate. Ma Eleanor è così semplicemente perché non sa essere in alcun altro modo, temprata e "irrigidita" dalla sua tremenda esperienza personale. Possiede, comunque, un'ironia particolare, che non annoia mai, e che troverà "libero sfogo" quando finalmente troverà un amico... Da lettere assolutamente! Tutto d'un fiato!

dianagrnlp

Meraviglioso, ci sono rimasta attaccata fino a notte fonda finché non l'ho terminato. Suppongo che una delle ragioni per cui siamo in grado di continuare a esistere nell'arco del tempo assegnatoci in questa valle verde e azzurra di lacrime è che, per quanto remota possa sembrare, c é sempre la possibilità di un cambiamento".

Unicorno

Il libro è molto coinvolgente, all'inizio si fa fatica ad accostarsi ad un personaggio così singolare, dalle abitudini e i modi talmente rigidi da innervosirti, quasi una Sheldon Cooper dal passato misterioso. Via a via che si procede però si profila un passato minaccioso e si intravede come la rigida routine sia in realtà una struttura ormai pericolante, che cerca di arginare gli strascichi mai affrontati di una tragedia. L'autrice mescola sapientemente due importanti tematiche del mondo moderno in una situazione comunque estrema: la solitudine dilagante e la difficoltà nell'affrontare dei traumi che tutti noi, grandi o piccoli che siano, abbiamo e ogni giorno ci trasciniamo appresso nella vita. Descrive inoltre, proprio com'è nella realtà, come la gentilezza, inattesa o meno, sia la chiave per poter andare a avanti e sciogliere i nodi della nostra esistenza. Consigliato.

gloria_pozzoli

Questo è un libro che parla di solitudine e malattia mentale. È anche il libro che più mi ha strappato risate sincere, tra tutti quelli letti nel 2019. Ma è anche il più tragico — dovrebbe essere venduto con una fascetta che recita: “Attenzione! Da non leggere in pubblico.” Racconta una vicenda di inimmaginabile dolore, ma ogni pagina è intrisa di speranza. Ha una protagonista incredibilmente antipatica che amerete con tutto il cuore. È un’opera prima scritta da una persona che sembra non abbia mai fatto altro nella vita che scrivere. Sembrano contraddizioni, io penso che siano il marchio di fabbrica di un grande libro: la vita e le persone *sono* infinitamente contraddittorie — o, come dice Glennon Doyle “brutiful”, brutal + beautiful — e un libro che riesce a rendere questo aspetto è un libro che ricalca la vita perfettamente.

LiberoLibro

«…la solitudine è caratterizzata da un desiderio intenso di portare a conclusione quest’esperienza; qualcosa che non si può realizzare con la pura forza di volontà, o semplicemente uscendo di più, ma solo sviluppando delle relazioni intime. È molto più facile dirlo che farlo, soprattutto per le persone la cui solitudine deriva da uno stato di perdita, di esilio o di pregiudizio, che hanno motivo di temere o sospettare, oltre che desiderare intensamente, la compagnia altrui. «…quanto più una persona diventa solitaria, tanto meno diventa capace di navigare le correnti sociali. La solitudine le cresce attorno, come muffa o pelo, un profilattico che inibisce i contatti, a prescindere dall’intensità con cui li si desiderino. La solitudine è accrescitiva, si estende e si perpetua. Una volta che vi si è conficcata, non è per nulla facile da rimuovere.» http://www.liberolibro.it/gail-honeyman-eleanor-oliphant-sta-benissimo/

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